
IL RISPETTO DEL LIMITE DIFFERENZIALE: Il ruolo e le caratteristiche del DPCM 14/11/97
Successivamente l’emanazione della legge 447/95 in cui si definisce il significato di immissione acustica, il DPCM 14/11/97 ne rimarca e conferma la necessità di porre un limite al rumore prodotto a tutela degli ambienti abitativi.
Il limite, infatti, si applica unicamente ai locali interni degli edifici e si distacca dal calcolo del rumore in facciata (per approfondimenti leggi anche il nostro articolo sui “Requisiti acustici passivi e il DPCM 05/12/97”).
Quando si applica il limite differenziale al rumore
Il DPCM si applica a tutte quelle situazioni in cui vi siano delle sorgenti sonore connesse ad impianti industriali, attività commerciali o circoli privati (solo per citarne alcuni). Il rumore prodotto avvertito all’interno della vostra abitazione risulta disturbante durante il normale svolgimento della vostra vita quotidiana (sia di giorno che di notte!).
Quando il limite differenziale non può essere applicato per il rumore
Ovviamente esistono casi in cui questi limiti non possono essere applicati, come per esempio se la vostra casa ricade in Classe VI ( Area escluvamente industriale) secondo il piano di classificazione acustica del vostro comune. In questo caso, infatti, la Classe VI prevede la presenza esclusiva di edifici industriali.
Altre situazioni in cui non possiamo applicare il limite differenziale è il caso in cui il rumore venga prodotto da infrastrutture dei trasporti (treni, trasporti pubblici, arei, ecc.), attività e comportamenti non inerenti ad attività produttive o commerciali, o ad attività ricreative libere o organizzate senza fini di lucro e senza esercizio di attività professionali.
Viene ,inoltre, escluso dal calcolo la serie di situazioni in cui il valore di Rumore ambientale sia inferiore a 50dB(A) di giorno e 40dB(A) di notte a finestre aperte, e 35dB(A) di giorno e 25dB(A) di notte a finestre chiuse).
Come eseguire la misura per il calcolo del limite differenziale al rumore
In che modo, quindi, potrebbe aiutarmi applicare il limite differenziale?
La misura non segue la classica procedura di un normale Previsione di Impatto Acustico ma si esegue direttamente all’interno dell’edificio disturbato. Il tecnico competente in acustica eseguirà le misure sia durante l’evento disturbante (rumore ambientale) che in assenza di esso (rumore residuo).
La misura si ripete sia a finestre aperte sia a finestre chiuse (in questo caso si palesa il lavoro che il tecnico competente in acustica ha effetuato nella scelta degli infissi, vedi il nostro articolo su “CPA”).
La misura viene eseguita durante il momento di maggiore disturbo (sorgente sonora con maggiore contributo attiva e al massimo regime), cosa che non viene specificato nel DPCM 14/11/97, ma implicitamente richiamata dal DPCM 01/03/1991.
La differenza tra il rumore ambientale e il rumore residuo non deve superare 5 dB(A) di giorno e 3 dB(A) di notte, indipendentemente dalla classe di destinazione d’uso della classificazione acustica in cui ricade casa vostra.
Bonus e Malus per il rumore
Esattamente come per i giochi di ruolo, il DM 16/03/1998 ha introdotto dei bonus e dei malus per il calcolo del valore differenziale, inglobando situazioni frequenti nel caso di contenziosi.
N.B. il confronto con le soglie minime per l’applicabilità del criterio differenziale è effettuata dopo l’applicazione dei fattori correttivi per componenti tonali, impulsive, tempo parziale.
BONUS: Il rumore a tempo parziale
E’ considerato meno disturbante una sorgente sonora attiva per breve tempo durante l’arco della giornata (ATTENZIONE: tale bonus si applica solo alle sorgenti attive nel periodo diurno e non a quelle attive nel periodo notturno, per il quale non ci sono attenuazioni al calcolo).
Il valore finale, infatti, otterrà un bonus di -3db(A) per le sorgenti attive per meno di 1h, e ben -5dB(A) per le sorgenti attive per meno di 15’!
MALUS: Le componenti tonali e gli eventi impulsivi
E’ invece considerato particolarmente disturbante il fatto che un rumore ha, all’interno del suo spettro di banda, una frequenza che prevalga in modo continuo sulle altre. Questa caratteristica è definita “componente tonale” e gli viene applicato un malus di +3dB(A).
La stessa situazione la applichiamo agli eventi impulsivi, in cui uno specifico evento disturbante viene generato in modo continuo ed accentuato rispetto al resto (pensiamo al battere continuo del martello sul muro, o ad armi da fuoco che sparano al poligono). Anche in questo caso il valore otterrà un malus di +3dB(A) sul calcolo del differenziale.