Odore: la percezione della puzza

Emissioni odorigene: l’odore molesto

L’olfatto è uno dei cinque sensi che possiede l’essere umano. Come per tutti i sensi, se delicatamente incentivato può portare benessere nella vita di tutti i giorni. Al contrario, se esageratamente sollecitato può portare malessere, oltre ad avvertirci di pericoli nelle vicinanze.

Gli odori sgradevoli (esattamente come i suoni, vedi ns articolo “Rumore: quando diventa intollerabile secondo la legge”) possono compromettere la serenità della vita quotidiana, oltre che a nuocere alla salute.

In questo caso ecco che il profumo diventa odore molesto.

Le leggi ci proteggono veramente dagli odori molesti?

Purtroppo, il campo delle emissioni odorigene e dell’odore molesto è tuttora in fase di sviluppo, essendo solo recentemente un argomento di interesse sociale.

La norma che disciplina le emissioni odorigene è il D.Lgs 152/2006, più precisamente viene affrontato nell’art. 272bis (recentemente aggiornato). La norma obbliga alcune categorie di impianti ad un controllo della concentrazione delle emissioni e, in alcuni casi, della loro dispersione nell’ambiente.

Le regioni al momento si sono mosse autonomamente emettendo linea guida e delibere che permettono una valutazione più approfondita dei limiti ammissibili per le concentrazioni degli odori molesti.

La UNI 13725 – la norma che misura l’odore della puzza

La normativa di riferimento per la misurazione degli odori nell’aria è la UNI 13725, in cui vengono descritte metodologie di campionamento e analisi per il rilevamento degli inquinanti odorosi nell’ambiente.

Ma quindi esiste uno strumento in grado di identificare gli odori?

Purtroppo, la risposta è no. Esistono metodo per poter rilevare le sostanze che possono causare odori molesti, ma al momento la normativa sopra citata prevede l’olfattometria dinamica come strumento di misura per la quantificazione della concentrazione odorifera nell’aria.

Lo strumento, infatti, consiste in un pool di persone selezionate e qualificate, che “odorano” il campione sottoposto a diluizione fino a che almeno il 50% degli esaminatori non rileva più l’odore sgradevole.

Ma si riesce a capire come si sposta “l’odore della puzza” nell’aria?

Si, siamo in grado di realizzare dei modelli di dispersione che consentono, come per altri inquinanti gassosi, di prevedere la dispersione degli odori nell’aria (se vuoi un approfondimento, leggi anche il nostro articolo “Modelli di dispersione in atmosfera”).

Dai modelli ottenuti infatti è possibile prevedere l’andamento e le concentrazioni, richiedendo eventuali opere di mitigazioni per le sorgenti nel caso queste superino i valori ritenuti tollerabili.

Chi devo contattare se avverto un forte odore molesto per diversi giorni?

L’organo competente da attivare in questi casa è l’ARPA regionale, la quale provvedere ad inviare dei tecnici competenti a verificare la sorgente emissiva, ed eseguire tutte le analisi necessarie alla tutela della salute delle persone.

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