
Il rumore intollerabile secondo la legge
In questo articolo vogliamo fare chiarezza sul rumore che possiamo tollerare prima di poter aprire un contenzioso con il disturbante.
Cosa è il rumore?
Il rumore è l’insieme dei suoni che una persona riesce a percepire che non abbia natura musicale e che provoca una sensazione sgradevole o dannosa per il nostro organismo. Quando questi suoni possono causare disturbo alla normale quiete personale. A salvaguardia del benessere umano ci sono atti amministrativi (DPCM) e articoli del Codice civile.
Quali leggi tutelano chi è disturbato da un rumore?
In Italia al momento le immissioni di rumore che influenzano un ricettore considerato sensibile (come il singolo cittadino a casa propria) sono regolamentate da:
Rumore e disturbo – Legge quadro 447/1995
Con la legge 447/95 definisce i princìpi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente (esterno e abitativo) dall’inquinamento acustico. Affronta tutte le tematiche inerenti al rumore e all’inquinamento acustico, dando le basi per il rispetto dei limiti. Leggi in nostro articolo sulla Legge quadro 447/1995.
Rumore e disturbo – DPCM 14/11/1997 “Limite Differenziale”
Questo DPCM applica il valore differenziale. Effettuando due misure fonometriche, una del rumore residuo (in assenza delle immissioni sonore indesiderate) e una del rumore ambientale (il rumore compreso delle immissioni sonore oggetto di studio), rende nota la differenza tra le due misure fonometriche. I valori limite si diversificano per il giorno e per la notte (vedi il nostro articolo sul rispetto del limite differenziale). Regola tutti i rumori generati da attività industriali e commerciali.
Rumore e disturbo – DPCM 05/12/1997 “Requisiti acustici passivi”
Questo DPCM oltre a normare i valori caratteristici degli elementi delle strutture edilizie, impone limiti per gli impianti discontinui (ad es.: ascensori,..) e per gli impianti continui (ad es.: impianti di climatizzazione e riscaldamento centralizzati). E’ a tutela delle persone che occupano un edificio e regola tutti i rumori generati da impianti centralizzati di pertinenza dell’edificio stesso. Vedi il nostro articolo sul DPCM 05/12/1997 e sui requisiti acustici passivi per saperne di più.
Rumore e disturbo – Art. 844 c.c. “Normale Tollerabilità”
Prevede un valore univoco sia per il giorno che per la notte (3 dB(A)), non specifica in modo chiaro la metodica da utilizzare per poter ricavare tale valore. Si fa fede all’articolo 844 c.c. per tutti i rumori generati da altri privati cittadini, sia che siano residenti nello stesso edificio, sia che siano residenti in edifici limitrofi (unità esterne di condizionamento, pompe di calore, ecc… che non sono centralizzate e che sono a servizio di una singola unità abitativa, strumenti musicali, riproduzione audio,…)
Perchè è di fondamentale importanza la Normale Tollerabilità?
La normale tollerabilità del rumore viene indicata come il disturbo che può essere considerato ammissibile derivante dalle immissioni sonore presenti. E’ a tutela della vivibilità e del benessere della vita quotidiana delle persone che sono soggette agli effetti dovuti da tali immissioni sonore.
Come si verifica se un rumore è tollerabile o no?
La prassi prevede che esattamente come per il DPCM 14/11/97, anche per il calcolo della normale tollerabilità vengono effettuate due misure, una per la misura del rumore di fondo (senza il rumore oggetto di verifica), una che includa il rumore che causa il disturbo. La differenza tra le due misure deve essere inferiore a 3dB(A) sia di giorno che di notte.
3dB(A), quanti sono?
Il valore dato dall’art.844 del c.c. di 3dB(A) rappresenta un raddoppio della pressione sonora, che seppur possa sembrare una variazione significante in termini di energia, rappresenta una variazione strumentale minima. Questo è dovuto al fatto che il deciBel è su base logaritmica e la grandezza della pressione sonora in Pascal non è lineare.